Il Paese che c'è. Il segreto italiano svelato al Leadership Learning Lab Asfor

Il Paese che c'è. Il segreto italiano svelato al Leadership Learning Lab Asfor

 

Qual è il segreto italiano nella leadership d'impresa, che consente al nostro Paese di avere successo malgrado le criticità di sistema? Scoprilo guardando il Videoracconto e la registrazione integrale del XII Leadership Learning Lab ASFOR, che si è tenuto lo scorso 24 novembre presso la sede milanese dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

 

Come ha fatto l’Italia, un piccolo Paese privo di materie prime, con tanti “limiti”, a diventare una delle prime economie mondiali, detentrice di un prestigio universalmente riconosciuto? Qual è il segreto italiano, la peculiare e inconfondibile formula di leadership che ci consente di reagire con successo alle incertezze e alla precarietà del presente?

Sono le domande che hanno animato il XII Leadership Learning Lab ASFOR organizzato giovedì 24 novembre presso la sede milanese dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, intitolato “Il Paese che c’è. Segreto italiano e leadership d’impresa”.

La dodicesima edizione del convegno annuale che ASFOR – Associazione Italiana per la Formazione Manageriale dedica ai temi più rilevanti della leadership, della cultura d’impresa e della management education, è stato organizzato in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, con il patrocinio delle Alte Scuole dell’ateneo e con il supporto di ISVI – Istituto per i Valori d’Impresa e della Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro, Gruppo Lombardo.

La mattinata, trasmessa anche in diretta streaming, è stata inaugurata dal prorettore della Cattolica, Fausto Colombo, e dal Presidente di ASFOR, Marco Vergeat, che hanno coordinato i lavori insieme al vicepresidente vicario dell’associazione, Giorgio Colombo, e a Mario Molteni, professore ordinario di Economia aziendale e delegato del rettore al coordinamento e allo sviluppo dei rapporti con le imprese.

Il segreto italiano

«Al centro dell’attenzione dell’edizione 2022 abbiamo scelto di mettere il sistema imprenditoriale e produttivo del nostro Paese: un organismo straordinariamente attivo e vitale, che è stato capace di fronteggiare meglio di altri la crisi finanziaria del decennio scorso e il trauma della pandemia, ripartendo rapidamente e tornando a crescere sui mercati internazionali», ha affermato il Presidente Marco Vergeat. Mentre nel suo intervento di benvenuto, Fausto Colombo ha messo in evidenza come i temi del Leadership Learning Lab siano assolutamente centrali per tutte le istituzioni formative che oggi sono coinvolte in una doppia sfida: l’accelerazione del cambiamento tecnologico e i periodici “choc”, a partire dalla pandemia, che l’umanità si sta trovando ad affrontare.

Massimiliano Valerii, Direttore Generale del Censis, intervistato da Giorgio Colombo, ha raccontato di un’Italia non priva di problematiche, ma capace di dare risposte sorprendenti grazie al primato delle reti sociali e all’arte del fare che storicamente ci contraddistingue, fotografando un Paese dall’identità debole, ma dai legami forti. Questa la vera ricetta della competitività italiana secondo il DG del Censis.

Marco Fortis, professore di Economia industriale e Commercio estero presso la Facoltà di Scienze politiche e sociali della Cattolica nonché Direttore e Vicepresidente di Fondazione Edison, ha interpretato i dati di realtà che sostengono il successo del “Paese che c’è”, snocciolando una serie di numeri utili ad abbattere stereotipi e pregiudizi sulla Penisola. Il suo intervento è stato un viaggio alla scoperta delle coordinate entro cui il modello produttivo e imprenditoriale italiano ha dimostrato di saper resistere alle crisi recenti, tornando a crescere meglio e più in fretta rispetto ad altri sistemi economici, di dimensioni non paragonabili e ben più accreditati dalla narrazione dominante, tra cui per esempio la Cina e la Germania. L’impresa italiana, radicata nel territorio e connessa a una filiera produttiva locale e capillarmente diffusa, compete sui mercati internazionali mantenendo la bilancia commerciale del nostro Paese costantemente in attivo, totalizzando un surplus commerciale di 600 miliardi di euro negli ultimi 12 mesi. Gli italiani, secondo Fortis, hanno dimostrato di sapersi potte di fronte alla realtà data con la fiducia di poterla trasformare. Una dote che appartiene ai nostri migliori imprenditori.

Dal Rinascimento ai giorni nostri

Il segreto italiano ha radici antiche, nel tempo in cui l’Italia ha dato lezioni al mondo. Il Rinascimento resta la più perfetta manifestazione del genio italiano e allo stesso tempo una straordinaria storia di imprenditorialità e di leadership, come ha raccontato Alessandro Rovetta, professore ordinario di Museologia e Critica artistica e del Restauro presso la Cattolica, mostrando la fulgida parabola di mecenati come Federico da Montefeltro e di artisti come Raffaello Sanzio e Bramante, in un’epoca che ha fondato la sua grandezza su massicci investimenti economici nel valore immateriale del prestigio e della bellezza e sulla schietta competizione tra i migliori ingegni attivi su piazza. Nella narrazione di Rovetta, il passato glorioso del nostro Rinascimento è diventata la chiave per comprendere le condizioni e le dinamiche che in determinati periodi storici riescono, oggi come ieri, a fare emergere i migliori talenti dal territorio. Il Professore ha sottolineato come proprio l’eccellenza di Urbino non sia figlia dell’impegno di un singolo, ma sia frutto di un gioco di squadra.

Ma il nostro Paese ha molto da insegnare anche oggi, in virtù di quella cifra inconfondibile che lega le migliori qualità di noi italiani: un esuberante e pervasivo amore per la vita che costituisce il cuore e l’essenza dell’italianità e che è stato assunto da Alberto De Martini, CEO di Conic, come chiave di lettura per capire perché siamo quello che siamo. Secondo il pubblicitario, il filo conduttore che lega tutto quello che è italiano nella sua parte positiva ha a che fare con la vita e con il nostro desiderio di celebrarla. Per De Martini il “nostro” segreto sta in questi valori intangibili che rendono l’Italia un brand nella mente di miliardi di persone.

Una leadership unica

Ma qual è, in sostanza, il segreto della leadership all’italiana? Quali fattori e valori consentono alle nostre aziende di competere ai massimi livelli nella dimensione globale? Un imprenditore di successo come Ali Reza Arabnia, Chairman & CEO di Gecofin Spa, presidente di ISVI e vicepresidente dell’Assemblea dei Cavalieri del Lavoro della Lombardia, identifica senza ombra di dubbio nello straordinario patrimonio di relazioni umane che nutrono l’impresa italiana il fattore che fa la differenza.  Per Ali Reza Arabnia non devono perdere di vista un Paese che c’è e che è pieno di bellezza.

Un patrimonio immateriale indicato come inestimabile anche dai cinquanta imprenditori che nel 2021 sono stati coinvolti da ISVI nella ricerca “Il segreto italiano”, i cui risultati sono stati presentati da Vittorio Coda. Il professor emeritus dell’Università Commerciale Luigi Bocconi nonché Presidente del comitato scientifico di ISVI. Nel suo intervento il Professore ha sottolineato come la faccia luminosa del nostro Paese sia fatta da legami virtuosi, autentico valore aggiunto, che affondano le radici in una storia millenaria fatta di bellezza e ingegnosità. Il segreto italiano? Per il professor emeritus il sostrato valoriale, la leadership appassionata, la capacità di trovare soluzioni, l’incontro fra imprenditore e manager come incontro di due desideri.

L’ASFOR Award “Effective Learning, Real Impact” a Vittorio Coda

Nel corso del convegno Vittorio Coda, protagonista di una conversazione con il Presidente ASFOR Marco Vergeat, è stato insignito dell’ASFOR Award “Effective Learning, Real Impact”. Il riconoscimento – che ASFOR assegna all’eccellenza nella formazione d’impresa e all’ampiezza di visione strategica – è stato consegnato a Coda, da tutti considerato un leader esemplare e un maestro. Una personalità che “con la sua proverbiale curiosità e capacità di ascolto di manager e imprenditori, nonché con la sua vitalità intellettuale, continua a ispirare l’intera comunità della management education, nonché degli imprenditori e dei manager”, come recita la motivazione.